Pensieri di qualche giorno fa non pubblicati, prima in form di bozza, ora in una forma quasi presentabile.
Astenersi dal giudicare le persone per la loro apparenza e l’impressione immediata che la loro presenza imprime in noi.
Ore 6.50: stufata e sfasteriosa di cominciare una nuova settimana lavorativa, mi alzo, mi lavo, mi vesto, preparo la borsa e mi pettino senza nemmeno guardarmi allo specchio. Incontro una conoscente che dice di non avermi riconosciuta immediatamente a causa del mio aspetto chic, quasi stesso copione la settimana scorsa in tutt’altro contesto, un barista, dice di conoscermi e mi chiede se di professione svolgo la psicologa, impressione suscitata in lui dalla presenza qualche anno fa del mio accompagnatore, mio attuale compagno, che a suo dire, a causa del suo presentarsi, non avrebbe potuto avere con me una relazione di natura più intima… Tutte queste chiacchiere mattiniere per dire che non vi è nulla di più inconsistente, soggettivo e privo di qualsivoglia valore reale dei giudizi personali sugli altri indotti dalla prima impressione, questo a meno che non si ambisca ad avere successo nella società, in questo caso, al contrario, non vi è nulla di più oggettivo dei codici da indossare e da fare propri, uno sforzo di volontà considerato ammirevole dalla maggioranza e privo di significato per me, che nell vita sono stata motivata da ben altre spinte.